Spesso la causa della disfunzione erettile è psicologica

La sessuologa parla di alcune problematiche che frequentemente affliggono

Intervista alla dottoressa Valentina Cruciani


Oggi conosciamo la dottoressa Valentina Cruciani (nella foto), psicologa sessuologa, terapeuta in Emdr e specializzata in psicologia giuridica. Vive a Rieti ma oltre a lavorare nella città dove risiede, svolge la sua professione anche a Monterotondo ed in quel di Roma. Da libero professionista collabora con diversi studi per lo più con medici di base, divenuti oramai sempre più sensibili alle problematiche di origine psicologica. Ogni settimana la dottoressa Cruciani ci rilascerà un’intervista su argomenti riguardanti le proprie competenze.

La tecnica Emdr su cosa si basa e come funziona?
L’Emdr (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è un approccio terapeutico utilizzato per il trattamento del trauma e di problematiche legate allo stress, soprattutto a quello traumatico. Si focalizza sul ricordo dell’esperienza traumatica ed è una metodologia completa che adotta i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destro/sinistra per trattare disturbi legati direttamente a esperienze traumatiche o particolarmente stressanti dal punto di vista emotivo. Dopo una o più sedute di Emdr, i ricordi disturbanti correlati all’evento traumatico hanno una desensibilizzazione, perdono la loro carica emotiva negativa. Il cambiamento è molto rapido, indipendentemente dagli anni che sono passati dall’evento. L’immagine cambia nei contenuti e nel modo in cui si presenta, i pensieri intrusivi in genere si attutiscono o spariscono, diventando più adattivi dal punto di vista terapeutico e le emozioni e sensazioni fisiche si riducono di intensità. L’individuo usa la sua esperienza in modo costruttivo e la integra in uno schema cognitivo ed emotivo positivo. Cioè il paziente realizza le connessioni di associazioni appropriate, quello che è utile è appreso ed immagazzinato con l’emozione corrispondente ed è disponibile per l’uso futuro.

Per quanto riguarda la specializzazione in psicologia giuridica, qual è il suo impegno? E con chi opera?
Da qualche anno collaboro con diversi avvocati come Ctp (Consulente tecnico di parte), specialmente in ambito civile nei casi di separazioni e/o divorzi conflittuali, affidamento dei figli, adozioni, ecc.,  al fine di garantire la corretta tutela dei diritti del proprio cliente durante il processo. In quest'ultimo periodo, poi, molto spesso mi capita di essere interpellata da avvocati o dai loro clienti, prima di presentare ricorso in tribunale, per valutazioni specialistiche sulla capacità genitoriale o sulla condizione dei minori interessati.

Lei è anche sessuologa, nello specifico quali sono le maggiori problematiche per le quali deve intervenire?
La maggior parte della persone che vengono al mio studio o sono coppie o uomini; e principalmente si rivolgono a me per problemi di calo del desiderio sessuale o a problematiche legate a problemi di erezione. Se è vero che la prima cosa da fare è escludere col proprio medico le cause fisiche alla base della disfunzione erettile; spesso l’iter diagnostico porta in una sola direzione: la causa della disfunzione erettile è psicologica. Nella società in cui viviamo ansia, depressione, stress  e routine sono i nemici più temibili dal punto di vista psichico per una coppia. Purtroppo molti uomini tendono a sottovalutare gli effetti dello stress sulla loro funzionalità sessuale, pensando che un problema così intimo non possa avere una spiegazione così “banale”. Per questo motivo è importante comprendere esattamente le cause della disfunzione erettile, per riuscire a combatterla nel modo giusto. La psicoterapia in tal caso farà prima di tutto luce sulla causa, per poi intervenire con sedute mirate a superare lo scoglio. Se invece la mancanza di desiderio, o la disfunzione erettile, sono legati a problematiche all'interno di un rapporto di coppia, allora più che una terapia individuale è bene seguire quella di coppia dove la partner sarà parte integrante di questo percorso.

L’ipnosi può essere da supporto nelle sue specializzazioni? In che modo?
La mia formazione è di tipo “Strategico”, lo scopo  della psicoterapia strategica è basato sulla risoluzione dei problemi e l’enfasi è posta sulla dimensione del cambiamento. Secondo questo modello il problema è costituito da una serie di “tentate soluzioni” che il paziente ha messo in atto, fino ad ora, per cercare di risolvere il problema ma che invece di risolverlo lo hanno alimentato. L'azione terapeutica strategica sta proprio nell'osservare e modificare questi schemi mentali, sostituendoli con schemi più “funzionali”. Le varie strategie efficaci che trovano applicazione nella psicoterapia strategica sono l’ipnosi, il training autogeno, la prescrizione di comportamenti, il training autogeno respiratorio, la comunicazione efficace e indiretta, il dialogo strategico e la programmazione neurolinguistica. Lo stato ipnotico fa parte del normale corredo biologico e psicologico di ogni individuo e senza esserne coscienti durante la nostra vita quotidiana attraversiamo momenti che possiamo definire di suggestione se non di trance (Milton H. Erickson). Proprio perché è un evento del tutto “normale”, l’ipnosi se ben usata può avere effetti straordinari e restituire al paziente la sua identità. Durante lo stato ipnotico l’individuo può cambiare sia la percezione del mondo che lo circonda sia la sua modalità di pensiero; ed è proprio questo uno dei grossi vantaggi terapeutici dell’ipnosi: consentire alla persona di vedersi, di sentirsi “come se” già fosse fuori dal problema per cui ha richiesto aiuto.

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Dott.ssa Valentina Cruciani
 

Commenti

  1. Una mail per scriverle non c’è? Grazie

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  2. La Convegno Magnetica / sulla responsabilita per i giovani della scuola elementare ho notato una riluttanza sistematica all' uso di internet nella scuola sulla base di una vecchia pedagogia basata sulla guida del maestro . In un mio intervento ho sottolineato che oggi il bambino digitale dimostra di poter insegnare al vecchio maestro l' uso della tecnologia di essere piu bravo. ALLORA PERCHE IL MAESTRO INVECE DI ESSERE CONTRARIO ALL USO DELLA INTERATTIVITA NON INSERISCE NEL WEB BUOVI CONTENUTI DI INSEGNAMENTO IN UNA APERTA COLLABORAZIONE CON I BAMBINI INVECE DI PENSARE CHE LA TECNOLOGIA DI INTERNET SCIUPA I CERVELLI IN FORMAZIONE? Il conservatorismo pedagogico disciplinare rischia di divenire un deterrente pesante che limita l' impatto sociale e positivo della espressivita evoluta dei Bambini Digitali. Paolo Paolo Antonio Manzelli

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