I preziosi insegnamenti del M° Matteo D’Amato

L’approccio alla difesa personale femminile

Nell’articolo anche consigli utili per prevenire incontri con malintenzionati


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Maestro Matteo D’Amato
Tecnico federale 6 duan di Kung-Fu Wushu - Arti Marziali Cinesi


Nella prima parte ho parlato dell’approccio alla difesa personale in generale; ora, invece, voglio descrivere nel modo più semplice possibile la mia filosofia di difesa personale femminile. Personalmente credo che cercare in poco tempo, come di solito si cerca di fare nei vari corsi che ad ogni inizio di stagione sportiva o peggio ancora, ogniqualvolta i media ci parlano di aggressioni nei confronti delle donne, di far apprendere tecniche di autodifesa veramente efficaci a donne che vengono per la prima volta in palestra, sia molto difficile se non addirittura impossibile. A mio avviso ho sempre evitato di promuovere dei corsi di autodifesa femminile ridotti a poche lezioni, ma ogni volta che mi si è presentata l’opportunità ho optato sempre per un “lavoro almeno biennale” per avere quel minimo di efficienza sia fisica che tecnica per far sì che una ragazza, una signora riesca ad apprendere e mettere in atto quelle tecniche, molte o poche, che nel corso del tempo richiesto ha studiato e ripetuto all’infinito. 
Nella difesa personale e nello specifico in quella femminile è importante curare non solo la tecnica e la forma fisica, ma soprattutto assumere degli accorgimenti che possono evitare di farci trovare in situazioni pericolose laddove possibile. In quest’ultimi anni consigli o meglio comportamenti da mettere in atto, ci vengono indicati maggiormente dalle varie forze di polizia, in particolar modo la police statunitense ha “fornito” delle linee guida in merito. Essa, infatti, consiglia alle donne che per vari motivi, lavorativi e non, che si trovano ad attraversare quartieri o zone pericolose, di non farlo da sole, di evitare di essere troppo appariscenti sia negli atteggiamenti che nell’abbigliamento; questo ha anche portato a delle proteste perché molte si sono sentite private della libertà di essere e mostrarsi come meglio si crede alla comunità, ma va considerato che purtroppo con la globalizzazione ci si trova spesso a confrontarsi e scontrarsi con culture diverse e quindi, con modi differenti di interpretare anche l’indossare una semplice minigonna. Personalmente consiglio alle mie “allieve” di adottare piccoli accorgimenti, per esempio all’uscita dell’ufficio se possibile indossare scarpe ginniche al posto dei tacchi, di evitare di attraversare da sole parchi o vicoli solo per risparmiare poche centinaia di metri, possibilmente non parcheggiare in luoghi bui, quando si arriva vicino all’auto aprire la stessa col telecomando alcuni metri prima, poiché le luci ci permetteranno di vedere un eventuale aggressore, di impugnare le chiavi di casa a mo’ di arma di difesa. 
Sono tanti gli accorgimenti che le donne possono mettere in atto non dimenticando che un buon istruttore la prima cosa che consiglia se ci si avvede di malintenzionati è la fuga e chiedere aiuto. Secondo la mia esperienza la difesa personale al di là delle tecniche apprese si basa molto sull’istinto di reazione al pericolo, per questo motivo in palestra da molti anni per avere una maggiore e più efficacia risposta alle simulazioni di un ipotetico attacco, non proviamo le tecniche solo in modo più o meno statico, ma si simula l’attacco più volte durante la lezione, per far in modo di stimolare quanto è meglio possibile la reazione ad esso. Concludendo ed essendo ben cosciente che in un “attacco” a sorpresa un uomo riesce quasi sempre ad avere la meglio, può essere possibile con piccoli accorgimenti mirati di evitare di trovarsi in situazioni pericolose e svantaggiate per la probabile vittima.


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