La fiabazione

Maleficent –  il film

Fiabe che curano


Maleficent è un film del 2014, dove Angelina Jolie veste i panni della malvagia Malefica.

Le fiabe, anche se rivisitate, come per questo film, portano sempre in sé significati nascosti.

Più volte ho sottolineato che le fiabe parlano il “linguaggio dell’inconscio”, esse rivelano problemi comuni quali sono i conflitti e le crisi così come le mille trasformazioni che sono tipiche sia dello sviluppo individuale che collettivo.

“La fiaba insegna, senza insegnare che, la liberazione di ciò che dorme perché inconscio o bloccato può richiedere molto lavoro”.

Malefica è una donna tradita, sia nel cuore che mutilata nello spirito.

Ella griderà con forza il suo dolore, maledicendo la figlia dell’uomo che la tradisce.

Dietro questo terribile sortilegio non scorgiamo solo dolore, ma anche tanta rabbia.

Rabbia di una donna ferita sin nella sua più profonda dignità.

Priva di ali, mutilata Malefica è violata nel profondo.

La vita ci riserva cose che non ci aspettiamo.

Malefica suo malgrado diventerà l’ombra della piccola da lei stessa maledetta, la sua “fata madrina”.

Tra le due si crea un legame così forte, che la stessa Malefica proverà ì, senza riuscire a spezzare il maleficio.

Ma quale è il significato di questa favola moderna?

Cattivi si diventa, il film ci insegna che non si nasce cattivi, come spesse volte semplicisticamente siamo portati a credere.

La cattiveria, il dolore, la rabbia sono il risultato di ferite che non si è voluto o potuto elaborare, perché troppo “antiche” o troppo profonde.

Come abbiamo già detto Malefica è una donna tradita, ed il tradimento subìto da chi si ama lacera fin nell’essenza dell’individuo, mutandone molte volte l’animo stesso.

Una rielaborazione del dolore è proprio la rabbia, questa rabbia se non contenuta può avere risultati funesti.

Come concludere quindi?

A mio avviso l’amore, quello vero, vince sempre.

Non l’amore per un uomo o per una donna, ma quell’amore che ti è accanto ogni giorno, che ti cura e ti protegge.

Quell’amore che matura nei giorni, con la conoscenza e la condivisione non solo di gioia ma anche di dolori, di crisi e riparazioni.

Ciò che fa più male infatti non è il dolore del tradimento, ma la sua mancanza di riparazione, ciò che più ci lascia feriti è la non riparazione al tradimento commesso.

Banalmente non è il litigio in sé ma la volontà reale di riparare ad esso, detto in parole povere l’assunzione matura della responsabilità dell’atto o la conseguente non volontà di riparare ad esso.

di Filomena Avagliano

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