Alimentazione sportiva e bioenergetica
Ecco la seconda parte della tematica
Fattori determinanti
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Maestro Matteo D’Amato
Tecnico federale 6 duan di Kung-Fu Wushu - Arti Marziali Cinesi
I principali fattori che
determinano quale
substrato
energetico viene
utilizzato dai muscoli
durante l’esercizio
sono: Tipo (continuo o intermittente),
Durata e Intensità dell’esercizio fisico, ma anche lo stato di allenamento, lo stato
nutrizionale
(dieta) e lo stato di salute
del
soggetto.
A riposo: la maggior parte dell'energia (circa il 60%) necessaria per la muscolatura
scheletrica non
contratta, deriva dall'ossidazione dei lipidi.
Nell’attività fisica di bassa intensità (25%-30% di VO2 max) l’energia è fornita principalmente dal metabolismo
lipidico con liberazione di acidi grassi dai trigliceridi
del
tessuto
adiposo, mentre i trigliceridi intramuscolari
ed il glicogeno non
contribuiscono in maniera
determinante
alla produzione energetica. La
massima attivazione del metabolismo di acidi grassi viene raggiunta
mediamente dopo 20-30 minuti dall’inizio dell’esercizio fisico;
la mobilizzazione
degli acidi grassi dal tessuto
adiposo, il successivo trasporto nel circolo
sanguigno, l’entrata all’interno delle cellule
e poi nel mitocondrio è infatti un processo piuttosto lento. Se l’attività a bassa intensità è di breve durata, lipidi e carboidrati contribuiscono in
egual misura a fornire benzina; se si protrae per almeno un’ora, per il depauperamento
delle riserve di glicogeno, si ha un maggiore utilizzo di lipidi che arrivano a soddisfare
l’80% della richiesta energetica. La progressiva
prevalenza del metabolismo lipidico nel corso di attività fisica prolungata dipende dall’assetto ormonale che si instaura: si riduce la glicemia e l’utilizzo di glucosio da parte delle cellule (anche muscolari), mentre aumentano
la liberazione e l’uso degli acidi grassi. Durante l'attività fisica di moderata
intensità (40-50% della VO2 max), lipidi e glucosio vengono in ugual misura ossidati dal lavoro muscolare. Col passare del tempo
durante un esercizio
di intensità moderata si manifesta:
deplezione di glicogeno, diminuzione del livello di glucosio ematico
ed aumento dei
trigliceridi, aumento
catabolismo
proteico per coprire il fabbisogno energetico. Il glucosio
plasmatico
diventa quindi la principale sorgente energetica per quanto riguarda i carboidrati ma la maggior parte di energia è fornita dai lipidi. Se l'esercizio si protrae a lungo il fegato non è più in
grado di immettere in circolo glucosio sufficiente a soddisfare le richieste muscolari e la
glicemia scende (addirittura di 45 mg/dl durante 90 min di esercizio strenuo). La fatica si manifesta
quando c’è deplezione estrema di glicogeno nel fegato e nel muscolo indipendentemente dalla disponibilità di ossigeno a livello muscolare.
Nella transazione
da riposo a lavoro submassimale la maggior parte dell’energia è fornita dal glicogeno muscolare
analogamente a quanto avviene nel lavoro ad
alta intensità; nei successivi 20 minuti il glicogeno
di origine epatica e
muscolare fornisce il 40-50% dell'energia mentre il resto viene garantito dai lipidi con
un piccolo contributo delle proteine.
Per un esercizio fisico di
elevata intensità (75-90% del VO2max), i carboidrati diventano la principale fonte energetica, dal momento che il flusso di FFA e la loro relativa ossidazione, sono inversamente proporzionali all'intensità
dell'esercizio fisico. Il
tasso di utilizzazione
dei FFA scende al
di sotto dei valori
basali
in corrispondenza di intensità sub-massimali di sforzo fisico
(oltre 80%); al di sotto di questa condizione l'energia necessaria per il
lavoro della muscolatura scheletrica diventa
strettamente dipendente dalle riserve muscolari di glicogeno e dal glucosio plasmatici.
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