Il metodo analogico nelle risoluzioni dei blocchi sessuali
Ad illustrarlo è lo stesso scopritore
“Bisogna chiedere direttamente all’inconscio”
«Caro inconscio perché hai questo problema sessuale?», così il
dottor Stefano Benemeglio in merito ad interventi di risoluzione, laddove
esistano problematiche di tipo sessuale. L’ipnotista, senza mezzi termini,
indica di chiederlo direttamente all’inconscio, se la scelta di farsi trattare
dovesse ricadere sul suo metodo analogico. L’argomento gli è stato sottoposto
in virtù della trasmissione SessualMente, ideata dal dottor Vincenzo D’Amato
(nella foto insieme a Benemeglio). Ricordiamo trattasi di un programma
televisivo dove vengono affrontati temi connessi ai disturbi dei blocchi nella
sfera sessuale. La realizzazione s’è concretizzata in seguito ad una scoperta
fatta da D’Amato dopo aver rilasciato un’intervista sull’argomento, rendendosi
conto che in Italia vi abitano tante persone sofferenti di questi malesseri ma
si registra ancora enorme chiusura nel parlarne, così come nell’approccio anche
medico. Fonda, perciò, una rubrica d’informazione e di educazione, in modo tale
da rendere possibile la comprensione veritiera delle problematiche succitate:
come riconoscerle, a chi bisogna rivolgersi per debellarle. Benemeglio giunge
alla risoluzione tramite il dialogo con l’inconscio. E’ da lì che individua la causa,
ovvero il movente del blocco: «Qual è l’antefatto, qual è il fatto che
l’ha determinato poiché c’è una conseguenzialità tra antefatto, fatto e
coscienza che sarebbe il terzo elemento e quando noi abbiamo il modo di
celebrare poi questi personaggi, andiamo rapidamente alla decompressione. Assolutamente!
Perché il problema nasce in quanto c’è una traslazione di bersaglio attraverso
le varie mutazioni del meccanismo in difesa ingannevoli, quindi da una
dimensione reale si tratta il problema originario dove sono presenti persone e
cause, passando ad una dimensione virtuale e qui la persona comincia ad acquisire
a se stesso la causa – prosegue lo psicologo – allora stiamo già in una mutazione;
dopo, come se non bastasse, il conflitto con se stesso si trasforma in un
conflitto trascendentale del bene e del male fino ad arrivare praticamente alla
vita e alla morte», secondo l’assioma se non risolverò questo problema
finirò per l’ammalarmi. Ebbene grazie al dialogo con l’inconscio quest’ultimo
scavalca completamente codesti sistemi, labirinti, specchi della parte logica e
razionale, entra dritto sul personaggio causa, celebrandolo mediante emozioni, per
approdare immediatamente alla decompressione.
Marita Miano
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