Porte aperte all’inconscio

Diamogli la possibilità di sfogarsi

L’ipnosi per parlare direttamente con lui



La voce interiore ha diritto di essere ascoltata. Innanzitutto da quella persona che ne possiede il corpo. Sembra un concetto scontato, invece è tutt’altro perché si verifica sempre più frequentemente uno stato di incoscienza verso la cura dello spirito. 
Talvolta, inspiegabilmente v’è la tendenza a trascurare la serenità dell’anima, così come a non soffermarsi su quelle ferite interiori che, seppur invisibili agli occhi, sanguinano. Eccome se sanguinano! 
Ecco quindi che sarebbe buona abitudine preoccuparsi di conservare la mente in ottima salute, altrimenti si corre il rischio di avviare un processo di materializzazione dei malesseri interiori. Quello che l’anima non riesce a dire lo potrebbe esternare prepotentemente sotto forma di malattie. Per questo motivo insorgono sintomi allarmanti, quali forti mal di testa, crampi allo stomaco, ripetuti raffreddori, influenza che non guarisce. 
Sembra che la febbre si abbassi e poi puntualmente la ricaduta; ancora una perenne insonnia, preoccupanti momenti di ansia, un nervosismo misterioso. Quante volte ci è capitato di sentire o pronunciare noi stessi “sono nervoso ma non so il perché”? 
La motivazione la conosce l’inconscio, però noi spesso non abbiamo tempo per prestargli attenzione, pretendendo dalla nostra persona un grande sforzo. Magari accorriamo immediatamente alla richiesta di aiuto di amici, dei parenti, intanto non assistiamo noi. 
Allora in automatico scatta la sirena interiore: dolori, stanchezza, pigrizia, ecc., il corpo sta portando alla luce il malessere interiore. Per scongiurare tutto ciò consentiamo al nostro inconscio l’opportunità di gridare quando ne ha necessità, lasciamolo pure sfogare. 
Come? Uno dei migliori mezzi è l’ipnosi. Attraverso l’induzione ipnotica diamo il via ad una comunicazione diretta con l’inconscio, in questo modo saremo in grado di depurarlo e lui con tutta naturalezza ci adagerà amorevolmente in una realtà di calma e serenità.

Marita Miano

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